Palestrina e d’Annunzio risuonano a Santa Maria della Vita
Lunedì 24 novembre 2025, il Santuario di Santa Maria della Vita si è trasformato in un luogo di intensa suggestione sonora e narrativa grazie al concerto “Palestrina e d’Annunzio al cospetto del Compianto”. Lo spettacolo è stato il nuovo appuntamento della rassegna “Organi Antichi: un patrimonio da ascoltare”, giunta alla sua XXXVII edizione.
L’evento, promosso da Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae, con l’Associazione Organi Antichi, un patrimonio da ascoltare, presieduta da Giovanni Caliceti, ha celebrato il V centenario della nascita di Palestrina con un programma capace di intrecciare musica sacra, memoria letteraria e la forza emotiva del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca.
Un viaggio tra polifonia e parola: il racconto della serata
La chiesa, splendido esemplare di Barocco bolognese, la cui cupola fu disegnata dal Bibiena, ha accolto il pubblico in un clima di raccoglimento e attesa.
L’evento ha visto la partecipazione straordinaria di Giordano Bruno Guerri, Presidente della “Fondazione il Vittoriale degli Italiani“. Lo storico ha introdotto il concerto raccontando il profondo legame tra Palestrina, d’Annunzio e il luogo stesso. Un rapporto nato dalle pagine delle “Faville del Maglio”. Qui un dAnnunzio allora quindicenne ricorda il suo primo incontro con Santa Maria della Vita, immerso nella musica sacra. Il santuario custodisce il famoso Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, risalente alla seconda metà del Quattrocento, e definito dallo stesso d’Annunzio “Urlo di pietra”.
La parte musicale è stata affidata al Coro della Cappella Musicale di San Petronio, diretto da Michele Vannelli. E all’organista Andrea Macinanti, direttore della rassegna Organi Antichi. Le loro interpretazioni hanno restituito al pubblico la limpidezza architettonica della polifonia palestriniana e la forza timbrica dell’organo. In un dialogo continuo con l’acustica unica del Santuario.
Ad alternarsi alle musiche, la voce dell’attore bolognese Emanuele Montagna, che ha dato corpo ai testi dannunziani. Trasformando la narrazione in un contrappunto emotivo: un percorso che ha unito la potenza evocativa della parola alla profondità del suono.
L’organo come creatura viva
Tra i momenti più intensi della serata, la lettura dei passi in cui d’Annunzio descrive l’effetto travolgente del mottetto “Peccantem me quotidie” di Palestrina. Il brano fu ascoltato proprio in questo luogo, durante la sua adolescenza.
Nelle sue parole, l’organo emerge come una presenza viva, quasi un corpo sonoro capace di trasformare lo spazio e la percezione.
La scelta di riportare queste immagini letterarie nel luogo originario ha creato un ponte ideale tra passato e presente, offrendo un’esperienza immersiva che ha unito musica, immaginazione e memoria.
Un santuario che continua a raccontare
Il successo dell’iniziativa conferma l’impegno dell’Associazione Organi Antichi, un patrimonio da ascoltare, Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nel rendere Santa Maria della Vita un luogo vivo. Aperto alla narrazione culturale e musicale della città attraverso il progetto Genus Bononiae.



Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!