Un viaggio tra epoche e suoni: la XXXVII stagione si racconta
La XXXVII stagione a cura dell’Associazione ‘Organi antichi, un patrimonio da ascoltare’, si apre nel segno della bellezza e della varietà, conducendo il pubblico in un itinerario musicale che attraversa luoghi, secoli e stili, sempre nel segno dell’organo come protagonista assoluto.
Associazione Organi antichi programmazione 2025, apertura in grande stile
Sarà Ca’ de Fabbri ad accogliere l’apertura della XXXVII edizione della rassegna con un concerto dal sapore intenso e scenografico, perfettamente in linea con le caratteristiche dello strumento protagonista: l’organo costruito nel 1856 nella bottega dei Fratelli Rasori di Bologna. Dopo oltre un secolo di vita, lo strumento è stato sottoposto nel 1999 a un attento restauro che ne ha restituito tutta la brillantezza timbrica e la forza espressiva.
A metterne in luce l’esuberanza sonora sarà un programma interamente dedicato alla musica sacra dell’Ottocento, affidato all’eleganza vocale di Margherita Minardi e alla sensibilità organistica di Marco Arlotti.
Il contesto storico in cui nasce l’organo Rasori è quello di una musica sacra profondamente influenzata dal gusto teatrale del tempo. Gli stilemi compositivi si fanno ampi, melodici, quasi operistici, mentre gli strumenti vengono progettati per offrire una tavolozza timbrica ricca, capace di evocare emozioni con la stessa forza del palcoscenico.
Sarà dunque una serata in cui sacro e spettacolare si intrecciano, offrendo al pubblico non solo un concerto, ma un’esperienza sonora che racconta un’epoca in cui anche la liturgia si faceva teatro.
A Molinella, un tuffo nel Seicento con il prezioso organo Traeri
Il secondo appuntamento porta il pubblico a Molinella, dove si custodisce uno dei più antichi e affascinanti strumenti della rassegna: un organo costruito nel 1676 da Carlo Traeri di Brescia, artigiano di grande fama, allievo degli Antegnati e autore di numerosi capolavori, tra cui l’organo dell’Accademia Filarmonica di Bologna.
Trasportato in tempi recenti nella chiesa moderna della cittadina, questo strumento rappresenta un vero tesoro di valore storico e musicale, testimone vivo del Seicento organario italiano. La sua voce, ricca di sfumature antiche, verrà esaltata dalle mani esperte di Emanuele Carlo Vianelli, già organista titolare del Duomo di Milano, raffinato interprete del repertorio barocco e non solo.
Accanto a lui, la voce di Alessandro Vianelli, figlio d’arte e affermato interprete di musica antica, accompagnerà il pubblico in un viaggio sonoro che si snoda tra le pagine più suggestive di autori italiani attivi tra XVI e XVII secolo.
Un programma pensato per dialogare in profondità con le caratteristiche dello strumento, restituendone il timbro autentico e riportando in vita, per una sera, l’eleganza senza tempo della musica d’epoca.
A Conselice, rarità architettoniche e musicali con l’organo del Settecento
A fare da cornice al terzo appuntamento della XXXVII edizione è Conselice, tranquilla cittadina all’estremo lembo della provincia ravennate, che custodisce un piccolo gioiello architettonico e devozionale: la chiesa dedicata a San Patrizio, patrono d’Irlanda. Un’intitolazione più unica che rara, dal momento che in tutta Italia sono appena sei le chiese a portare il nome di questo santo così caro alla tradizione celtica.
Tra le sue mura, un delizioso organo della metà del XVIII secolo, di autore ignoto ma di sicuro fascino, attende di essere riscoperto. A farne risuonare le voci sarà Stefano Perrotta, giovane talento foggiano già distintosi in prestigiosi concorsi internazionali, protagonista di un concerto che ripercorre il programma del suo primo CD.
Le musiche, scelte con cura, spaziano tra scuole e stili diversi, intrecciando la solennità della tradizione tedesca e la cantabilità della scuola italiana, in un equilibrio raffinato che trova il suo apice nella grande Fuga sul tema gregoriano del Magnificat di Johann Sebastian Bach, autentico capolavoro della letteratura organistica.
Un’occasione rara per ascoltare un repertorio colto e potente in un luogo altrettanto speciale, dove spiritualità e arte si fondono in un’esperienza sonora fuori dal tempo.
A Baricella, l’Ottocento risuona potente con l’organo di Adeodato Bossi Urbani
Il viaggio musicale della XXXVII edizione prosegue a Baricella, dove sorge uno strumento maestoso e affascinante, costruito nel 1874 da uno dei nomi più illustri dell’organaria ottocentesca italiana: Adeodato Bossi Urbani, originario di Bergamo. L’organo, imponente nella sua cassa decorata, è accompagnato da un dettaglio curioso e significativo: un cartiglio in cui si legge che è “proprietà dei possidenti e della comunità di Baricella”, a testimonianza di un forte legame tra lo strumento e la collettività che lo ha voluto e custodito.
A far vibrare le sue ricche possibilità timbriche sarà Davide Paleari, organista esperto nel repertorio dell’Ottocento, che proporrà un programma brillante e ricco di sorprese, pensato per valorizzare ogni sfumatura dello strumento.
Tra le pagine in programma, spicca anche una rara composizione di Antonio Diana, enigmatico autore bolognese di cui si conosce ancora molto poco, ma che qui trova finalmente una voce e un palcoscenico adeguati.
Un concerto che è al tempo stesso scoperta, celebrazione e valorizzazione di un patrimonio sonoro da custodire e condividere.
A San Lazzaro, un organo moderno per un viaggio attraverso i secoli
La rassegna si sposta nella moderna e suggestiva chiesa di San Lazzaro di Savena, dove nel 2005 è stato installato un organo firmato dalla storica bottega di Francesco Zanin. Questo strumento, realizzato con sapienza artigianale, è capace di restituire con rara fedeltà le delicate sfumature del repertorio antico, senza perdere di vista le esigenze e le sonorità della musica contemporanea.
A esplorarne tutte le potenzialità sarà il talentuoso Sacha Dhénin, giovane organista parigino e assistente a Notre-Dame, che proporrà un programma interamente dedicato alla forma del Corale. Un percorso musicale che attraversa i secoli, dal Barocco fino ai giorni nostri, passando per i grandi maestri del romanticismo tedesco e francese, in un dialogo tra epoche e stili.
Tra storia e poesia nella piccola chiesa del Castello dei Manzoli
Non meno affascinante sarà il concerto nella piccola chiesa accanto al celebre Castello dei Manzoli, un luogo raccolto e intimo dove risuonerà un organo del XVII secolo costruito dal bolognese Antonio Peruzzi.
Qui, la protagonista sarà Elena Roce, cantante e organista di origini croate, ormai trapiantata ad Amsterdam, che intreccerà le sonorità delle scuole croata e fiamminga in un ponte musicale che va dal Barocco fino al contemporaneo.
Dopo aver incantato con la sua abilità organistica, Elena darà voce a un florilegio di brani antichi e moderni, chiudendo con la travolgente Salve Regina della scuola romana del XVIII secolo, accompagnata all’organo dal musicista Andrea Macinanti.
Due appuntamenti, dunque, per lasciarsi trasportare dalle atmosfere suggestive di strumenti e luoghi unici, tra storia, tecnica e poesia musicale.
Tappa corale a Casalecchio di Reno, tra capolavori e rarità
La rassegna fa tappa a Casalecchio di Reno, nella storica chiesa di San Martino, affacciata sul suggestivo parco Talon. Qui si esibirà il prestigioso Coro “Adorno” di Reggio Emilia, che proporrà un programma dedicato alla musica italiana e francese. Spiccano le pagine di Marco Enrico Bossi, nel centenario della sua morte, una selezione dalla celebre Via Crucis di Franz Liszt e alcune composizioni di Arnaldo Bambini, autore di grande valore recentemente riscoperto grazie a studi musicologici approfonditi.
Minerbio, arte e improvvisazione all’organo Mazzetti
Nel cuore di Minerbio, nella splendida chiesa di San Giovanni Battista, vera e propria galleria d’arte tra pittura e scultura, si potrà ascoltare il virtuoso Fabrizio Callai, presidente del Conservatorio di Genova e apprezzato organista, compositore e direttore di coro. Il suo palco sarà l’organo costruito nel 1818 dal bolognese Vincenzo Mazzetti, che custodisce al suo interno canne settecentesche di Francesco Sgargi. Dopo un’introduzione con pagine brillanti della scuola genovese del XVIII secolo, Callai incanterà il pubblico con la sua celebre capacità di improvvisare, virtù fra le più ammirate nel mondo organistico.
Granarolo, il gran finale con l’orchestra giovanile del Conservatorio di Bologna
Come da tradizione, la XXXVII edizione si chiude nella deliziosa chiesa di Granarolo, custode dell’organo di Pietro Orsi del 1865, arricchito da materiali più antichi. Sul palco torna protagonista la formidabile orchestra giovanile del Conservatorio di Bologna, guidata dal direttore Stefano Chiarotti. Il programma, festoso e ricco di energia, spazierà da brani di Vivaldi e Händel fino a melodie legate al periodo natalizio, regalando un finale di stagione carico di emozioni e magia.